Qui i sogni diventano realtà

 

CORSO DI PITTURA 2014

A Cura del Maestro DONGHI GIUSEPPE

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Eccoci di nuovo in piena attività, i 26 iscritti al corso sono sempre più affiatati, appassionati, e quel che conta sempre più bravi nel maneggiare colori e pennelli .. liberi di esprimersi nella tecnica e nella loro sensibilità artistica che meglio gli si addice.

Durante il corso non si dipinge soltanto ma si approfondiscono le conoscenze storiche dell’Arte, i periodi, gli stili … il tutto mentre si socializza, ci si racconta, si scambiano esperienze, i nuovi allievi vengono subito affiancati ai veterani … perché è anche osservando che si impara .. e da parte mia li sprono a mettersi subito alla prova senza pensare se il risultato sarà buono oppure no, l’importante che si esprimano in assoluta libertà e spontaneità, solo così facendo posso capire quali sono i limiti ed i pregi ed in che stile indirizzarli.

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Che dire? Posso solo affermare che questo corso che si svolge all’interno dei programmi di – ABC – ( Associazione Brenna Cultura) ce lo invidiano in tanti, non solo nel circondario ma anche fuori Provincia e Regione, grazie ad internet che diffonde alla grande questo tipo di attività e tutto quanto riguarda Arte, Cultura, Tradizioni, Bellezza, Valori e Sentimenti, contenuti che non dimentico mai di divulgare ovunque io vada, perché credo che non si possa vivere senza passioni, e valori che diano un senso al nostro esistere.

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Oggi sembrerebbero parole, frasi fuori moda, eppure mai come ora le persone cercano spazi dove dare sfogo alle passioni, cercano di schivare le bordate che questo consumismo e stile di vita ogni giorno ci propone ed impone.

Insomma per riassumere il tutto … è che il martedì si sa che si incomincia alle ore 21 .. ma non si sa mai a che ora si termina, tanta è la passione e l’entusiasmo da parte di tutti … a volte si fa tardi anche solo per chiacchierare e per il piacere di stare insieme … qualcuno strofina gli occhi perché sente l’alba troppo vicina, altri non riescono a dormire per la troppa adrenalina accumulata … ma questo è meraviglioso.

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Vorrei ricordare ai concittadini, agli abitanti dei paesi limitrofi e tutti coloro che ci seguono in internet, se volessero venirci a trovare, per incontrare amici, per vedere come funziona o volessero provare ad usare una matita .. noi un foglio e qualche colore lo abbiamo sempre a disposizione per tutti.

Vorrei infine ringraziare gli altri due insegnanti che mi aiutano a portare avanti questo progetto.

l’Artista Molteni Renato di Erba

e da quest’anno Cristina Biondi di Fabrica Durini (Alzate Brianza)

Il Comune di Brenna CO per la collaborazione

BCC Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù – Filiale di Brenna, per il contributo.

Donghi Giuseppe

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9 pensieri su “Qui i sogni diventano realtà

  1. Tutto questo è a dir poco meraviglioso! La creatività, la fantasia, la passione per l’arte, sono doni che il Signore ci ha regalato e coltivarli con amore non può che non far bene allo spirito all’anima e a tutto il nostro essere. Complimenti per questa iniziativa lodevole e stupenda!! Siete spettacolari!!!!! Grazie per la vostra condivisione. Rosita.

  2. spettacolare e meraviglioso ciò che tu Giuseppe stai facendo! Hai creato un laboratorio di BEN-ESSERE per tanti, per tutti, per ogni età!!!
    Proprio ieri ho parlato a lungo con nun medico psichiatra che si è specializzato in psichiatria cognitivista e mi ha spiegato come funziona il cervello e soprattutto cosa fa l’arte (di ogni genere) per il nostro bene, per la nostra salute ed equilibrio.
    L’espressione artistica con matite, penne, colori, musica, coinvolgendo la parte emotiva fa partire il meccanismo della SALUTE GLOBALE!!!! Questo significa che tu aiuti la gente a mettere in movimento gli ormoni della felicità!!! continua con entusiasmo fino all’infinito!!! Voglio assolutamente venirvi a trovare tutti e sto pensando al modo migliore…..
    GRAZIE PER QUELLO CHE SEI, PER QUELLO CHE FAI !!!

  3. Non scendo in merito al lavoro del pittore Donghi e alla sua scuola, senz’altro interessante e ricco di risvolti umani. Non posso esimermi da altre considerazioni riguardanti la produzione di endorfine (ormone della felicità) e alla gioia che ne deriva. E’ un discorso delicato, pericoloso. Darei un’occhiata in internet all’elenco-parziale e sommario- degli artisti suicidi, per non contare decessi legati al lento suicidio prodotto da alcol e sostanze varie. Grandi produttori di arte-pittura musica letteratura cinema teatro ecc. Non penso che l’effetto endorfine possa essere liquidato con salti di gioia. Anche il discorso specifico (biochimico, neurologico, psichico) è molto molto complesso. Per quanto riguarda il fruitore, il discorso felicità e benessere è in parte adeguato, ma parlerei di catarsi con i suoi evidenti significati. Il resto è gioco, passatempo e chissà…forse uscirà un artista che lascerà i giochi per imparate a soffrire. “Non esiste artista che non soffre” (Lars von Trier). Quindi vorrei maggiore rispetto e considerazione per chi regala la propria anima e la propria intelligenza agli altri, accettando la contropartita

  4. Chi può dire cos’è la passione, la può descrivere ognuno a proprio modo, si sa che scientificamente è linfa della nostra vita. Se un gruppo ama incontrarsi per tentare di esprimere, realizzare, scoprire la propria, può essere solo ammirevole e chi siamo infondo per giudicare quanta sofferenza, candore, amore o gioco si cela? Viviamo un nuovo periodo a mio avviso di nichilismo e forse per questo il ritorno ai “suicidi”. Il cambio di un’Era segna sempre il passo, ora con orme evidenti, tante lasciando segni incerti e a volte quasi scomparse. Nell’uomo, la forma di aggregazione insita nello stesso, ha permesso di cambiare la Storia sempre, nel bene o nel male, abbattento tanta alienazione. Arte è Amore, si vive da sola solo quando le forme di restrizione sociale sono tali da dover quasi nascondere, simboleggiare i propri animi, l’essenza dell’essere e liberarsi e dunque non più “dolore” dell’Artista, ma malessere “suddiviso” in una Società cieca che “ammala”, e io non (ri)percorrerei il passato. L’Arte va avanti (senza se e senza ma), si fionda nel presente e come un “mago” lancia il futuro e continua a raccontare l’Esistenza dell’Uomo e la meraviglia che rappresenta, sempre e che deve, come sostanza di questo mondo Regalatoci. Giuseppe Donghi è un grande, perchè ha intuito tutto questo, è lo traduce nella sua passione, e ci regala le Emozioni di cui tanti abbiamo bisogno, costruisce la sua realtà disegnando e suggerendo un’altra probabile per qualc’altro ricettivo al cambiamento. Che male c’è? Non chiede prima permesso a Dotte parole, fa, e se qualcuno gli è grato riconoscerlo è gratificante.

  5. Ho precisato di non essere qui a giudicare il prodotto di un artista( Donghi per l’esattezza) e la sua passione. Ci mancherebbe! Il mio discorso era semplice e preciso, si restringeva all’ambito di arte-felicità-sofferenza e quindi hai primi interventi. Lascerei anche perdere il nichilismo e altro. E’ una semplice realtà: l’artista soffre. In ogni epoca storica. E’ una premessa indispensabile. Disconoscere questo è un atto a dir poco sgarbato nei confronti di chi offre se stesso e il suo talento, rischiando tutto. L’arte è sempre lasciata sola, ma in una società dinamica trova i suoi spazi, riesce a mostrarsi un poco e ad essere di stimolo. Cosa che in Italia non succede. C’è ostilità verso quello che si definisce colto, facendo una gran confusione fra la vacuità del linguaggio degli azzeccagarbugli dell’arte e chi usa il linguaggio in funzione dell’espressività. Per quanto riguarda la narrativa, la precisione deve essere quasi scientifica, e penso che ben si intenda cosa voglio dire. Il mezzo non si improvvisa mai, nè lo si cerca in biblioteca. Nasce dalla sofferenza di esprimere ciò che va oltre. Unisco un mio post di FB, scritto oggi
    LA VERITA’

    “Ho cercato di evitarlo. Scrivere mi seguiva- mi sono nascosta. E mi ha stanata. Ricordo l’ora e il giorno in cui mi ha violentata. Mi ha reso schiava. Mi ha posseduta travestito da salvezza. Ho afferrato la sua mano mentre il mondo mi prendeva a calci. Sembrava un angelo, ma è stata possessione. Ho fatto del mio meglio per salvarmi e ho ceduto. Non avevo altra soluzione, ormai era padrone. Tento la fuga, scappo e mi perseguita, come uno stalker ha un piano. E vuole uccidermi”
    E aggiungo una poesia di Bukowski LORO E NOI
    Stavano tutti fuori sulla veranda
    a chiacchierare:
    Hemingway, Faulkner, T. S. Eliot,
    Ezra Pound, Hamsun, Wally Stevens,
    E. E. Cummings e qualcun altro.
    “Senti”, disse mia madre, “puoi
    dirgli di starsi zitti?”.
    “No”, dissi io.
    “Stanno dicendo solo fesserie”, disse mio
    padre, “dovrebbero trovarsi
    un lavoro”.
    “Ce l’hanno un lavoro”, dissi
    io.
    “Un accidenti”, disse mio
    padre.
    “Esattamente”, dissi
    io.

    A quel punto Faulkner entrò
    dentro barcollando.
    trovò il whisky nella
    credenza e se lo portò
    fuori.
    “Una persona tremenda”,
    disse mia madre.
    Poi si alzò e sbirciò fuori
    in veranda.
    “C’è una donna con loro”,
    disse lei, “solo che sembra un
    uomo”.
    “È Gertrude”, dissi
    io.
    “C’è un altro tizio che sta facendo vedere i
    muscoli”, disse lei, “dice di
    poterli battere a tre
    a tre”.
    “È Ernie”, dissi io.
    “E lui”, mio padre mi indicò,
    “vuole essere come loro!”.
    “È vero?”, chiese mia madre.
    “Non come loro”, dissi io, “ma uno
    di loro”.
    “Trovati uno stramaledetto lavoro”,
    disse mio padre.
    “Statti zitto”, dissi io.
    “Che?”.
    “Ho detto, statti zitto, sto ascoltando
    queste persone”.
    Mio padre guardò sua moglie:
    “Questo non è figlio
    mio!”.
    “Spero di no”, dissi io.

    Faulkner entrò di nuovo nella stanza
    barcollando.
    “Dov’è il telefono?”,
    chiese.
    “A che diavolo ti serve?”, chiese
    mio padre.
    “Ernie si è appena fatto saltare
    le cervella”, disse lui.
    “Lo vedi cosa succede alla gente
    così?”, urlò mio padre.
    Mi alzai
    lentamente
    e aiutai Bill a trovare
    il
    telefono.
    Come vedete niente di colto, molto di autentico.

  6. C’è il nero e il bianco, nel mezzo tutte le sfumature di grigio. Ovviamente non capiremmo il “bene” senza il “male”, non vi sarebbe gioia senza sofferenza. Credo nell’equilibrio che si raggiunge con la forza della mente, del pensiero e la conoscenza pulita, onesta, leale, sincera, senza fronzoli “etichette”. La gente soffre, ognuno a suo modo, capitola o trova in se la forza di andare avanti spesso accomunati o sospinti da gerarchie facili, difficili o futili, comunque ombre o presenze adeguati dal momento. Ci è stato dato di vivere e lo facciamo al meglio raggiungibile.

  7. APPUNTO. La strada per raggiungerla è il labirinto delle maschere e perversioni umane. La semplicità è nascosta, bisogna scovarla e scovarla è ben diverso da darla per scontata. “Io pazzo, io sono un uomo di una semplicità assoluta, guardo il mondo intorno a me e descrivo la follia che vedo” (David Lynch-regista)
    “Odi le persone, in generale? – No, anzi direi il contrario. Però odio la massa. La massa è m…, e più grande è la massa, più la m…. Immagina dodici uomini in un bar che bevono scherzano. Ma prendi ciascuno di questi uomini da solo, ascolta ciò che ha da dire, capisci ciò che lo disturba… e hai un essere umano unico.” ( C. Bukowski)

  8. Credo che parlare in questo contesto di… ” artisti suicidi, per non contare decessi legati al lento suicidio prodotto da alcol e sostanze varie. Grandi produttori di arte-pittura musica letteratura cinema teatro ecc. Non penso che l’effetto endorfine possa essere liquidato con salti di gioia”..e citare addirittura il buon vecchio Von Trier…?!?!…sia un pò fuori luogo..(essendo una studiosa di cinema allibisco quando si cerca di dare spiegazioni sull’arte o in generale sulle arti..perchè ce ne sono davvero tante.. utilizzando il punto di vista di un Maestro come lui..ma questo è assolutamente un altro discorso e cadrei anchio nel…”fuori luogo”…)
    perchè dobbiamo rendere sempre cosi complicati articoli come questo?
    In questo articolo il pittore vuole semplicemente far conoscere una piccola realtà che è riuscito a creare in un piccolo paese con persone che hanno appunto bisogno di cercare spazi dove dare sfogo alle passioni, cercano di schivare le bordate che questo consumismo e stile di vita ogni giorno ci propone ed impone.
    Credo dunque che ognuno deve avere la sua opinione in merito ma bisogna cercare di..stare sul pezzo..o nel pezzo;-)

    Io sono un’allieva di Giuseppe e devo dire che l’articolo non ha bisogno di commenti o altro.. per me è semplicemente una realtà che sto vivendo e che non ha bisogno di spiegazioni. L’articolo è BELLO chiaro cosi com’è.

    perchè citare scrittori, poeti, registi…artisti in generale..perchè cadere nell’errore di esagerare sempre con le parole?
    insomma perchè diavolo dobbiamo sempre complicarci la vita anche nelle piccole, ma GRANDI cose?

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