LE BICICLETTE VOLANTI

Titolo Le biciclette volanti    –   Dimensioni cm. 60 x 80                                                 Tecnica  –  Olio su tela                                                                        

Questo è l’ultimo dei miei dipinti della serie “Biciclette per volare”.
Opere che hanno descritto un viaggio tra sogni e la realtà della mia vita di ieri e di oggi.

Sentimenti, speranze, un tempo trascorso cercando di realizzare quei sogni di un ragazzo cresciuto tra le colline che stanno a nord della pianura che porta a Milano.
Un luogo tra le Prealpi lariane e le cime rocciose delle montagne lecchesi.
Quelle cime di pietra attiravano la mia attenzione ogni giorno, mi domandavo se un giorno sarei riuscito a salirci sopra e magari fino in cima, chiudevo gli occhi ed immaginavo come potesse essere quello scenario citato anche negli scritti di Leonardo da Vinci.
In quegli anni devo dire che non era male nemmeno tutta la zona a nord di Milano .. la famosa Brianza, anche se Inverigo (il mio paese natio) si trova ai bordi di questa terra di pianura .. posto sulle colline coronate dalle montagne e dai laghi prealpini che si trovano tra i due rami del lago di Como.
Una bella natura, una vita tranquilla, non mancava il lavoro, nemmeno quello nei campi ed anche noi avevamo un grande campo ed un grande orto … disseminate qua e la quelle belle cascine ancora ricche di attività ed io ci andavo a giocare nell’aia con gli amici ed i compagni di scuola che ancora le abitavano e che dire dei  Cassott (Capanno nei campi per riporre gli attrezzi agricoli) .. luoghi per me magici circondati da alberi da frutta, vitigni, prati e campi coltivati a mais e frumento, non mancavano animali da cortile, qualche carretto, aratri da attaccare a piccoli trattori e vari attrezzi per la fienagione.

Mi ci perdevo in tutti questi scenari e passavo molto tempo a guardare il cielo che allora era ancora azzurro … con me sempre un album da disegno per fare schizzi e prendere appunti … bella quella terra che mi ha cresciuto, educato e fatto crescere in me il senso poetico della vita, l’amore per la natura e la sua infinita bellezza .. maestra della mia innata dote pittorica .. bastava vivere quella bellezza, osservarla come se fosse una musa, la mia musa ispiratrice ed ecco che subito correvo a porre sulla tela quelle emozioni colte al volo .. e diventavano dipinti.

Questo mio dipinto vuole raccontare tutto quel periodo della mia vita che ora è lontano, ma non dentro me.
Vivo ancora in quelle zone … ma non mi piacciono più come prima, troppo caotiche, inquinate, sono sparite quasi del tutto le cascine e le piccole attività agricole, si vive blindati in palazzoni o case tutte recintate con allarmi e telecamere, automobili ovunque, moto che sfrecciano e la gente non si raduna più nell’aia o nelle piazzette alla sera a raccontarsi la vita come allora.

Addirittura le biciclette sono diventate tecnologiche … tutto è diventato tecnologico e non dovrebbe essere una brutta cosa … ma io vedo sempre di più due persone, due cellulari … nessun dialogo tra loro.

Ne ho realizzati tanti di sogni, la mia arte ora è nota a moltissime persone (grazie anche alla tecnologia) … ho girato tanto ed imparato moltissimo, non ho mai perso la mia passione per la semplicità e l’ammirazione del bello che non è solo quello visibile delle cose ma quello che sta dentro in ogni persona che sa amare con la passione di quel ragazzo che guardava ogni giorno quelle cime rocciose delle Montagne lecchesi …. dove ora passo la maggior parte della mia vita, dipingendo, coltivando il giardino e l’orto … la dove vi sono ancora i casolari, i pascoli, la fienagione, mucche, pecore, capre, cavalli, asini e muli  … e le mie amate montagne tanto sognate e che ora risalgo ed ammiro da lassù tutto il bello che c’è …. senza dimenticare il passato e continuando ad inseguire i sogni e la bellezza del procedere lento sulla mia “bicicletta volante”

 

Dedicato a Laura, colei che ha vissuto e condiviso con me tutto questo arco di tempo della mia vita.

Opera e testo di Donghi Giuseppe

 

Donghi Giuseppe

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9 pensieri su “LE BICICLETTE VOLANTI

  1. ……. e vuoi mettere le persone nuove che hai conosciuto fra quelle montagne ammirate da giovane e ora scoperte!! Ciao Giuseppe ciao Laura. Un abbraccio cari amici

  2. Le biciclette volanti sono sogni senza tempo.
    La nostra realtà concreta ci dice che le biciclette hanno bisogno di una strada, un punto di appoggio su cui muoversi…..ma la realtà sognante ci permette di pedalare nell’aria ed arrivare ovunque con poca fatica.
    Non parlo di realtà virtuale tecnologica (quella è sterile) ma di quella creata dai pensieri liberi, da un cuore gonfio di vita, dalla voglia di toccare, sperimentare, fare!
    La neve sui campi, ed i personaggi vestiti con leggerezza estiva, la nebbia diffusa si alterna alla chiarezza del sogno espresso, tutto è compreso in questa immagine dove i colori sono scelti con cura ed ogni sfumatura ha il suo perchè.
    Ritengo sia un capolavoro stimolante per chiunque abbia voglia e coraggio di “sognare alto” per imparare a vivere la realtà concreta con consapevolezza e con gusto genuino, accorgendosi del Bello che c’è ovunque per valorizzarlo e per farlo diventare “cibo” quotidiano.

  3. Grande!!! Artista di valore! Le biciclette sospese nell’aria mi hanno riportata indietro nel tempo. Ero molto giovane e mio figlio era ancora piccolo, al cinema davano ET. Straordinaria la scena finale in cui i bambini, ormai allo stremo, pedalavano sopra le forze per salvare quella dolce creatura extraterrestre dalla malvagità degli adulti umani… ed ecco che le biciclette si sollevano in aria… Per me rappresentano il librarsi della fantasia e dell’impossibile che si avvera, il trionfo del bene e dell’innocenza, in un mondo troppo malato.

  4. ” Nel 2011 conosco su FB il Maestro Donghi Giuseppe che scoprirò in seguito, essere un grande artista. Si instaura subito una bella amicizia online che cresce giorno dopo giorno. Non saprei come definirla: meravigliosa, autentica, profonda e senza secondi fini da ambo le parti. Insomma un’amicizia grande e vera. Una di quelle amicizie che capitano una sola volta nella vita. Posso tranquillamente dire che è anche il mio Maestro di vita. A lui devo molto non solo artisticamente ma anche umanamente. Mi prende per mano, mi insegna tantissimo, direi tutto, con la sua grande esperienza, pazienza, tatto, sensibilità, pacatezza, trasforma la crisalide in farfalla. Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, mi dice che “ora” potevo essere “sua Allieva”. Inutile descrivere la mia commozione. Le sue critiche costruttive, anche se dure, gli incoraggiamenti, i suggerimenti per migliorare il disegno e la pennellata, il mio impegno costante, cominciano a dare buoni risultati. I miei dipinti diventano finalmente luminosi come la mia anima. So che il mio viaggio nell’arte è lungo, sono consapevole d’essere arrivata solo alla prima tappa, non so se avrò il tempo per raggiungere l’ultima, perché il percorso è ancora in salita ma non mi spaventa, anzi mi stimola donandomi serenità. Il Capitano Donghi Giuseppe mi ha insegnato che è più importante il viaggio della meta.”

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